Chiamati a essere Vita!

Su ali d'aquila

Domenica 21 aprile 2024 - IV Domenica di Pasqua


Quanti significati troviamo nel gesto dello spezzare del pane!

In questo gesto eucaristico troviamo anzitutto la vita di Gesù, il buon pastore che da la vita per le pecore. Gesù non solo si dona per noi, ma dona quello che lui è, il suo essere Figlio di Dio perchè anche noi possiamo sperimentare questo legame. Essere figli cosa vuol dire? Vuol dire essere amati a priori, indipendentemente da quello che faccio e sono, vuol dire essere perdonati dove sbaglio, vuol dire essere accompagnati nelle strade della vita e nelle diverse tappe della crescita, vuol dire essere difeso da quel male che desidera offuscare la mia vita, che desidera inculcarmi nella testa queste due tentazioni: sei solo e basti a te stesso! Di fronte a questo essere figli ci dobbiamo domandare quanto noi siamo Padre, quanto testimoniamo il volto del Padre nella nostra genitorialità, nel nostro modo di essere educatori, nel nostro modo di vivere la vocazione a cui il Signore ci ha chiamato. Vedo una terra di ragazzi scontenti, infelici, una terra dove tutti producono e fanno, ma dove alla fine ci si sente soli. Soli perchè sì mi avete voluto bene dandomi tante cose, facendomi fare tante cose, tanti sport, ma quante volte ci siamo fermati, quante volte ho potuto raccontarvi come sto, quello che provo, quante volte voi non mi avete chiesto cose da fare, avete preteso da me prestazioni, ma mi avete ascoltato? Non crediamo in Dio perchè forse non ci sono più Padri tra noi adulti, perchè noi adulti abbiamo smesso di essere adulti. L’adulto è colui che accompagna, è colui che ascolta la Vita e nell’ascoltarla aiuta a riconoscere e riconosce i passi da vivere, da compiere, da gustare. Questo fa Gesù continuamente con i suoi discepoli, con noi: Gesù sa cosa viviamo non per l’onniscienza infusa, ma perchè si pone in ascolto, sa cosa viviamo e proviamo.

Nel gesto dello spezzare il pane si rivela il come Gesù da la vita. Gesù da la vita mettendosi in ascolto del Padre, mettendosi in ascolto di sè, mettendosi in ascolto della gente. Mettersi d’ascolto è un arte che ci chiede di sostare e di riflettere sulle parole e i gesti che noi poniamo. Mettersi in ascolto ci aiuta a ricercare i passi da vivere, da compiere, le occasioni da vivere con il Signore perchè siano occasioni che ci aiutano rigenerarcìi, ci aiutino a fermarci per creare un terreno fertile perchè le nostre scelte siano di vita. Vigila su te stesso, sul tuo insegnamento e sii perseverante: così salverai te stesso e gli altri: la raccomandazione di Paolo a Timoteo diventa anche una raccomandazione per noi.

Nel gesto dello spezzare il pane diventiamo noi stessi vita per gli altri. Vita che strappa dalla morte, vita che dona una Parola di speranza, vita che in Gesù e nel suo modo di donarsi, si dona, senza se, ma o condizioni particolari. Paolo si rivela testimone di vita, non solo nelle parole, ma anche nella guarigione del giovane Eutico. Ma Paolo ricorda chi è colui che dona la vita: è il Signore, l’unico che ha potuto spezzarsi così per amore. Noi lo imitiamo, lo seguiamo perchè in Lui, nel pellegrinaggio della vita, sappiamo comprendere a quali strade Lui ci chiama.

E allora mettiamoci anche noi in viaggio, guardando all’Eucarestia e al pane spezzato come il centro da cui sgorga la mia, la tua, la nostra vita, da cui sgorga il respiro di amore che ci ha generati, da cui sgorga il perchè del nostro sostare qui davanti a Lui: perchè senza il tuo amore Signore che guida i passi dell’uomo, passi che lo rendono figlio e padre, non saremmo niente.
 

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